La stella di Kazan

LE RADICI DI ANNIKA

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Annika, abbandonata in fasce davanti a una chiesetta, salvata, cresciuta, educata da una cuoca (Ellie) e da una cameriera (Sigrid), entrambe al servizio in una casa di tre professori viennesi, impara a cucinare, a servire, a vivere con sensibilità e intelligenza le situazioni della vita. Accanto a lei abitano i facoltosi Egghart con l’arrogante figlia, Loremarie. In questo secondo nucleo famigliare viene ospitata una vecchia zia in fin di vita, di cui Loremarie, viziata com’è, non ha voglia di occuparsi. Sarà allora Annika ad accudirla. Intuendo la sensibilità di Annika, la povera donna le racconta la propria vita e, prima di chiudere definitivamente gli occhi, le lascia in eredità un baule di ricordi, tra i quali ci sono copie false di gioielli che ricchi spasimanti le hanno regalato in passato.

All’improvviso la situazione narrativa arriva a una svolta, causando una detonazione nei sentimenti della protagonista, da sempre desiderosa di ritrovare le proprie origini: una donna si presenta a casa di Annika sostenendo di essere sua madre; ha con sé un documento che dimostra il legame di sangue con la bambina, e la porta via, a vivere insieme a lei, in un ambiente nobile ma decadente. Qui, nel terzo nucleo famigliare, germina un’ulteriore evoluzione della storia, che oscilla tra sincerità e menzogna. Annika conoscerà lo zingaro Zed e il meraviglioso cavallo Rocco (si scoprirà lipizzano): sono legami preziosi, autentici, circondati dalle bugie degli adulti.

La stella di Kazan di Eva Ibbotson, pubblicato da Salani nel 1999, germoglia in un gioco narrativo che ci fa rimbalzare da una famiglia all’altra, alla ricerca della verità. Annika vive in società, si assume le sue responsabilità e, agli occhi del lettore odierno, sembra una ragazza perfettamente in grado di affrontare ogni situazione, ingiustizie comprese. Autentico è l’amore che Annika prova per la madre, anche quando tutto sembra un deludente inganno. Forse la verità sta nella natura di Annika, gentile ribelle dentro un sistema malato: quello degli adulti.

SUGGERIMENTI DIDATTICI

Struttura e ipotesi

Il narratore è onnisciente (sa tutto della storia), mentre il lettore sta sullo stesso piano della protagonista, Annika. L’autrice ha costruito la storia giocando attorno a tre ambienti famigliari (Sigrid ed Ellie, gli Egghard a Vienna, la mamma a Spittal), tre spazi nei quali maturano relazioni importanti per la formazione di Annika. Scoprire la verità sull’origine di Annika significa ragionare anche sui gioielli dell’anziana Egghart contenuti nel baule, sulla relazione tra lo zingaro Zed e la presunta madre di Annika.

L’insegnante potrebbe preparare una sintesi parziale della storia, disegnando i tre spazi, le tre case, gli oggetti, i personaggi, presentandoli scompaginati,come se fossero carte narrative. Gli allievi, che hanno letto una parte della storia, ma non conoscono la verità, compongono uno schema e ipotizzano gli sviluppi narrativi, discutendone a gruppetti e preparando una breve relazione orale per la classe. Si lavora così sulla struttura narrativa del romanzo e si ragiona bussando alla porta del laboratorio narrativo della scrittrice.

Testo espositivo e aspetti interdisciplinari

Interessanti i riferimenti ai cavalli Lipizzani, alla città di Vienna (per un lavoro espositivo o di documentazione), alla decadenza della nobiltà.

Sviluppo del senso critico

La rappresentazione degli zingari, comunità da cui proviene Zed, è stimolante per riflettere sui contrasti tra giusto e ingiusto. Nel romanzo ci sono altri personaggi, come il piccolo Hermann, di cui ci facciamo un’idea, magari negativa. Hermann è antagonista di Zed (che vorremmo scoprire innamorato di Annika). Ma Eva Ibbotson non lascia molti spazi per soluzioni semplici e definitive, quindi discutere con gli allievi, cercando di capire come giudicano le azioni e le scelte di questi e altri personaggi, è utile per lo sviluppo del senso critico.

BIBLIOGRAFIA

EVA IBBOTSON, La stella di Kazan, Milano, Salani, 2007