L’albero dei desideri

LE RADICI DI UNA QUERCIA

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Sotto le stelle brilla un albero speciale sul quale ogni anno, il primo maggio, la gente appende dei pezzi di stoffa esprimendo un desiderio. Si tratta di un rito propiziatorio, di origine religiosa, presente in Europa (Irlanda, Scozia) e in Asia. Di solito si tratta di un biancospino, di un frassino o, come nel romanzo di Katherina Applegate intitolato proprio L’albero dei desideri, di una quercia (una quercius rubra) di duecento sedici anni. In una sua cavità ospita una neonata abbandonata in un fagottino da una madre in difficoltà. La bambina, ritrovata poco dopo da una donna sola di nome Maeve, contribuisce a renderla felice e a realizzare un grande desiderio: “avere qualcuno da amare con tutto il cuore.” Il diario di Maeve e la chiavetta per aprirlo diventeranno importanti, perché permetteranno di ricostruire il tempo, le vite, le radici delle famiglie che abiteranno in quel luogo.

La storia è narrata da Rubra, la quercia, che osserva, ascolta, è solidamente radicata ed è testimone della moltitudine di persone che si incontrano lì attorno, in un quartiere dove non mancano le tensioni sociali, le miserie e la felicità.

Anni dopo, nella casa di Maeve troviamo la pronipote Francesca, che vuole abbattere l’albero, stufa di tutto quel via vai, il primo maggio, con biglietti, desideri assurdi e addirittura mutande appese alla pianta. È solo un albero, bisogna abbatterlo, dice, e oggi non c’è tempo per sentimentalismi. Nelle due casette di fronte vivono due bimbi, figli di due famiglie che non hanno intenzione di dialogare: una è Samar, ed è musulmana, l’altro si chiama Stephen e con lei non ci parla, ma la ragazzina desidera comunque trovare un amico. Un giorno un ragazzo incide con un coltello la scritta “via da qui” sulla corteccia di Rubra. Tra i tanti desideri si staglia una minaccia: nonostante l’intervento della polizia, non si sa chi sia l’autore del gesto, né a chi sia rivolto il messaggio. Sono tre i problemi da risolvere: la solitudine di Samar in cerca di un amico, la volontà di Francesca di abbattere l’albero (l’io narrante), la tensione sociale sempre più marcata.

Dalla parte di Rubra, la quercia, ci sono numerosi animali che popolano le sue cavità: amici, tra i quali c’è una cornacchia molto vivace. Dalla parte di Rubra c’è l’immobilità, il silenzio, il rispetto, la capacità di ascoltare. Dalla parte di Rubra c’è l’intelligenza, l’astuzia e la memoria. La memoria non risolverà tutte le situazioni, ma contribuirà a far vincere, almeno in questo romanzo, la vita.

SUGGERIMENTI

Una pagina di diario (nei panni di un personaggio)

Nella scheda anticipo un contenuto che nel libro, per una logica di intreccio, leggiamo a partire da pagina 134. La donna sola si chiama Maeve e il suo diario, con la chiavetta per aprirlo, sarà un oggetto fondamentale per risolvere il problema narrativo. Il diario di Maeve (personaggio chiave e marginale, nello stesso tempo) non è riportato. Si potrebbe ricostruire insieme agli allievi. E si potrebbe riscrivere la pagina di diario in cui Maeve narra del desiderio espresso e esaudito.

Un confronto (punto di vista narrativo)

La lettura dell’albo illustrato Lalbero di Shel Silverstein (1964), edito nella versione italiana da Salani, sembra adeguato al contesto narrativo. In quel caso la vita dell’albero è in strettissima relazione alla biografia del bambino che sembra sfruttarlo. Nella sua immobilità, il melo acquista senso, come se fosse una mamma che accompagna il proprio bambino per tutta la vita, fin dove può. Il focus dell’albero immobile e l’immagine della vita che gli ruota attorno è fondamentale, nell’economia narrativa del romanzo di Applegate, ma anche nell’albo illustrato di Silverstein.

Ipotesi e motivazione dei propri desideri, dei propri sogni che germogliano

Oltre alla discussione sul significato di quel «via da qui» (a chi sarà rivolto ? Chi l’avrà scritto e perché?) è possibile stimolare, guidare, nutrire discussioni sui desideri, costruendo nella forma scritta (e con le immagini) un proprio albero dei desideri ragionato, approfondito (ogni desiderio deve essere motivato, spiegato, sostenuto).

BIBLIOGRAFIA

KATHERINE APPLEGATE (2018), L’albero dei desideri. Milano: Mondadori