Il piccolo principe

Un aereo atterra nel deserto. Il pilota deve ripararlo, se vuole salvarsi. Improvvisamente appare un bambino: viene da un pianeta lontano e gli chiede di disegnare una pecora. Il pilota ci prova più volte, con esiti infelici, finché riesce a trova una soluzione: rappresenta una scatola con tre buchi, così il  bambino puo osservare la pecora che preferisce da quei fori. L’essenziale è invisibile agli occhi.

Il piccolo principe di Saint Exupery non avrebbe bisogno di presentazioni, tuttavia ci limitiamo a suggerire che in questa storia l’occhio del bambino e l’occhio del bambino sembrano incontrarsi. Quello degli adulti è un mondo che non sempre i bambini riescono a capire, ma anche gli adulti non comprendono l’infanzia e i bambini ogni tanto sono stufi di spiegare loro le cose della vita. Ecco il motivo per il quale, forse, la lettura dell’opera con i bambini si è rivelata sorprendente in una classe di quinta elementare. Gli allievi di Massimo Bonini hanno letto e discusso il testo, trascrivendo su una pergamena di ottanta metri le considerazioni formulate, i pensieri emersi durante il dialogo con il testo.Spesso i bambini sanno individuare dettagli che l’adulto non vede (e magari si tratta di poche cose essenziali danno senso alla vita):

“Buon giorno”, disse il piccolo principe.

“Buon giorno”, disse il controllore.

“Che cosa fai qui?” domandò il piccolo principe.

“Smisto i viaggiatori a mazzi di mille”, disse il controllore “Spedisco i treni che li trasportano, a volte a destra, a volte a sinistra”.

E un ripido illuminato, rombando come il tuono, fece tremare la cabina del controllore.

“Hanno tutti fretta”, disse il piccolo principe. “Che cosa cercano?”

“Lo stesso macchinista lo ignora”, disse il controllore.

Un secondo rapido illuminato sfrecciò nel senso opposto.

“Ritornano già?” domandò il piccolo principe.

“Non sono gli stessi”, disse il controllore “È uno scambio”.

“Non erano contenti là dove stavano?”

“Non si è mai contenti dove si sta”, disse il controllore.

E rombò il tuono di un terzo rapido illuminato.

“Inseguono i primi viaggiatori?” domandò il piccolo principe.

“Non inseguono nulla” disse il controllore. “Dormono là dentro, o sbadigliano tutt’al più. Solamente i bambini schiacciano il naso contro i vetri.”

“Solo i bambini sanno quello che cercano”, disse il piccolo principe. “Perdono tempo per una bambola di pezza, lei diventa così importante che, se gli viene tolta, piangono…”

“Beati loro”, disse il controllore. (op. cit. p.99-100)

In altri passaggi troviamo la famosa scena del rapporto con la rosa (alla quale occorre dedicare tempo, il tempo che tutti ci chiedono o ci rubano) oppure la dimostrazione dell’esistenza dell’asteroide B612 (sul quale probabilmente abita il Piccolo Principe), da parte di uno scienziato che veste con un abito alla turca: nessuno gli crede, ma dal momento in cui, nel 1920, un dittatore impone di vestire all’europea, lo scienziato ripropone la stessa argomentazione scientifica a sostegno della sua tesi di fronte ad un pubblico compiacente.

La ricchezza delle osservazioni trascritte sulla pergamena è servita ai bambini per riscrivere un proprio “Piccolo Principe” in un progetto che li ha coinvolti per molti mesi. Durante le discussioni trascritte in un rotolo di carta di ottanta metri – didatticamente possiamo far riferimento all’approccio Tell me (DIMMI) spiegato da Aidan Chambers (2015) nel suo Piacere di leggere e come non ucciderlo (Sonda edizioni) o nel Lettore InFinito (Equilibri edizioni) – il docente Massimo Bonini ha osservato che tutto quello che i bambini “tiravano fuori era molto diverso da quello che io mi sarei aspettato che loro potessero dire di un libro, o quello che avrei chiesto, se avessi fatto domande di comprensione“ (puntata 15 del Bidello Ulisse). “Non era il significato che per forza loro cercavano. Loro si fermavano su una parola, su una frase, ci ricamavano sopra, richiamavano ricordi, portavano altri libri che parlavano di questo o quel tema, portavano i film…Era un’altra maniera di leggere il libro.”

Per nutrire i pensieri, gli allievi hanno letto anche altre opere, come L’apprododi Shaun Tan, o Il libro delle terre di Guillaume Duprat, in modo da rielaborare immagini di mondi dove viaggiare… come il Piccolo Principe.

In questo documento presentiamo due puntate contigue del Bidello Ulisse: nella prima i bambini spiegano la loro esperienza di lettori, nella seconda ci regalano considerazioni di rara sensibilità sulle difficoltà della scrittura,ambito per il quale si sono preparati grazie ad un approccio all’immaginazione che recupera il “cinema mentale” di cui parlò Calvino nelle sue Lezioni americane.

Nell’intervista alla puntata 14 il docente, ospite della trasmissione, spiega che “l’idea dell’immagine è stata importante (…) ognuno disegnava il personaggio come se fosse un film (…) Ci si focalizzava sul dettaglio. E vedi come ogni bambino vive il suo film. Da quello che ti fa tutto in camera larga (…) a quello che si focalizza sui dettagli (…) e il cinema di ogni bambino è completamente diverso. E da quel cinema poi anche la scrittura cambia complemente (…) e noi dobbiamo rispettare questa libertà.

È la stessa libertà di cui parla David Almond nel suo bellissimo romanzo La storia di Mina, citato da Roberta Passoni nel suo libretto A partire da un libro. Imparare a leggere e imparare ad amare i libri nella scuola:“Paul Klee affermava che disegnare è portare a spasso una linea. Allora, se disegnare è come andare a spasso, andare a spasso è come disegnare. Sorrido. È un’idea bellissima. Immagino che i nostri passi lascino un linea dietro di noi. Forse anche scrivere è come andare a spasso. Si comincia a scrivere così, come inizia una passeggiata. Non hai veramente bisogno di sapere dove stai andando finché non ci arrivi. Nemmeno sai cosa succederà, lungio il percorso. Dunque scrivere è come portare a spasso le parole. Le parole sono passi in una strada che ti porta non si sa dove.“

BIBLIOGRAFIA

ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY (2003), Il Piccolo Principe. Milano: Bompiani.

GUILLAUME DUPRAT (2009), Il libro delle terre. Milano: Ippocampo.

DAVID WILLIAMS, QUENTIN BLAKE (2010), Mr. Stink. L’esilarante storia del Signor Puzzone. Milano: Giunti.

ROBERTA PASSONI (2014), A partire da un libro. Imparare a leggere e imparare ad amare i libri nella scuola. Reggio Emilia: Edizioni Junior / Biblioteca di lavoro dell’insegnante.

JACK ZIPES (2014), Inventare e raccontare storie. Scrittura e drammatizzazione. Roma: Erickson.

SCHEDA

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